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Sentieri Interrotti – Spunti per una vita più felice

E’ di stamattina la decisione di pubblicare un mio sito di crescita personale, che ho scelto di chiamare “sentieri interrotti”. La scelta del nome è stata istintiva, ma prefigura in qualche modo l’intenzione di offrire degli spunti di crescita personale, non proprio delle strade ma dei più umili sentieri, che oltre tutto non portano a nessun contenuto particolare e determinato (che cioè non “fanno cultura”), ma che ad un certo punto si interrompono. Ma perchè questi umili sentieri che per di più si interrompono prima di arrivare dovrebbero interessare qualcuno? Buona domanda. La stessa che mi sono fatto anch’io più volte, una volta acquistato lo spazio web per realizzare il progetto, e inserito senza troppo riflettere il nome di dominio “sentieriinterrotti.com” ad una precisa richiesta del sistema.

La risposta a questa domanda, presagivo, sarebbe venuta quando avessi capito cosa veramente mi aveva spinto a chiamare il progetto in quel modo. Per tutta la mattina ho pensato ai vari possibili rimandi significativi (la vicinanza alla filosofia, l’umiltà, il richiamo al compito di ciascun lettore di completarlo per proprio conto), ma nessuno mi soddisfaceva appieno. Ad un certo punto, stanco di rimuginare, ho deciso di fare un giro in bicicletta nel mio quartiere. Di solito mi aiuta a rilassarmi e schiarirmi le idee. Faccio sempre lo stesso percorso, una pista ciclabile che passa attraverso diverse strade e diversi semafori. Al secondo semaforo mi fermo. E’ rosso. Con me sul marciapiede ad attendere il verde c’è una madre con il suo bambino, che avrà avuto circa sei anni, non di più. A metà altezza sul semaforo c’è un modulo di plastica di quelli che servono per la chiamata pedonale.

Ora, questo semaforo aveva un modulo particolare, di quelli che non hanno un pulsante in evidenza. Altri sono più semplici da usare perchè hanno il pulsante verde o rosso che sporge, questi invece hanno uno scasso centrale (che non si capisce a cosa serva) ma del pulsante nessuna traccia.

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Bene, voi mi prenderete per uno sprovveduto ma io vivo dal 2003 a Bologna e ho sempre visto questi semafori un po’ strani ma non ho mai capito come si facesse per azionare questi moduli per la chiamata pedonale senza pulsante. Quindi me ne stavo fermo con la bici tra il semaforo e la madre col bambino, ad aspettare rassegnato. Ad un certo punto il bambino di sei anni si smarca dalla madre e fa per venire verso di me. Io penso: il bimbo è tanto simpatico ma un po’ timido, mi guarda un attimo poi distoglie lo sguardo, per un attimo sembra mettersi in mezzo tra me e la strada, ma oggi ho una buona giornata e quindi faccio un sorriso comprensivo alla madre. In realtà il bambino si smarca anche dalla mia bici e si precipita sul semaforo. La sua testa arriva più o meno all’altezza del modulo per la chiamata pedonale. Molto naturalmente allunga la sua piccola mano e vedo che tocca qualcosa là sotto e si sente molto distintamente un sonoro “bip”. Poi torna dalla madre. Nel giro di pochi secondi il semaforo diventa verde.

La cosa mi sconcerta, decido di fermarmi e di toccare la parte sotto del modulo…tastandola delicatamente sento che c’è un piccolo pulsante là sotto, che nei miei goffi tentativi di azionare il meccanismo avevo sempre trascurato. Forse – penso – il bambino aveva l’altezza e le dimensioni della mano giuste per accorgersi di questa cosa, forse io che sono più grande e più goffo non ho mai fatto sufficiente attenzione a questo particolare.
E’ come un flash. In quel momento capisco cosa potrebbero essere per me – e non per qualche illustre filosofo – i sentieri interrotti: Il bambino aveva interrotto un mio percorso, si era messo tra me e la strada, i miei obiettivi. All’inizio ho reagito con sufficienza, ma lui non lo faceva per confondermi o danneggiarmi, né era minimamente timido o confuso, e meno ancora voleva tenere una lezione sulla semaforica a mio beneficio – in realtà lo ha fatto per rendere più semplice la vita per sé e per gli altri, per trasformare il rosso in verde, e questo riesce non a chi dà per scontato le cose, ma a chi si avvicina ad esse con umiltà e curiosità, come un bambino. Molte volte subiamo delle situazioni, delle sofferenze, che non sono affatto necessarie, ma lo facciamo perchè siamo abituati a farlo e continuiamo per inerzia, assuefatti, giorno dopo giorno. Allora un saggio bambino che interrompe i nostri sentieri usati e ci mostra come semplificare la vita a noi e a lui allo stesso tempo può essere quello di cui abbiamo bisogno. Non una rivoluzione epocale, non dei cambiamenti radicali nelle nostre vite, ma l’utilizzo più saggio e concreto dei tanti strumenti che tutti abbiamo sempre a disposizione per vivere una vita migliore – che ce ne rendiamo conto oppure no – e per fare in modo che i verdi sulla nostra strada diventino sempre più frequenti, perchè forse la presenza di tanti rossi così lunghi in un certo senso è anche una nostra responsabilità.

In questo blog vi proporrò tanti piccoli resoconti di come delle persone sagge, dallo sguardo puro come quello di un bambino – di volta in volta scrittori, musicisti, poeti, registi, filosofi, uomini di fede – hanno interrotto il corso monotono dei miei pensieri e dei miei progetti mostrandomi un modo nuovo di vedere le stesse cose, e di vivere la mia vita. Sono piccoli sentieri interrotti che nel loro terminare lasciano spazio all’Aperto, alla Radura dell’Essere, sempre disponibile – e però anche solo disponibile – a chi si lascia istruire dallo sguardo di un bambino.